martedì 20 aprile 2010

Steve Jobs e la pornografia: "Quelli che vogliono del porno, possono pure comprare un Android"

Un’altra mail a Steve Jobs e un’altra risposta graffiante. L’argomento torna ad essere la pornografia, dopo la polemica che seguì l’esclusione delle app “a luci rosse” nel giugno 2009. Mattew Browning, un utente preoccupato dalla svolta moralista di Apple, ha semplicemente scritto al direttore generale, chiedendogli spiegazioni. Jobs affonda il colpo e ribadisce quanto detto alla presentazione di iPhone OS 4.0: la pornografia la si può trovare su Android, no su iPhone.

La richiesta di Browning non è senza motivo. Di qualche giorno fa la notizia del bando da App Store dell’applicazione di satira sociale, sottoposta dal vincitore del Pulitzer, Mark Fiore: Apple l’aveva considerata offensiva. Adesso Steve Jobs ritratta, definendo quanto accaduto “un errore”. Mark Fiore è stato invitato a riproporre la sua app.

Nella lettera, Browning comunica la sua preoccupazione rispetto alla politica della compagnia di Cupertino. Vi è una differenza tra proteggere da contenuti scabrosi o violenti un pubblico sensibile, come possono esserlo i più giovani, dal bandire ogni tipo di contenuto reputato “pericoloso”. Vi sono numerosi modi per restringere l’accesso a certi siti web con Filtri Famiglia (Parental Control) che i genitori usano regolarmente. Impostare il proprio Mac attraverso le impostazioni dei Controlli Censura presenti in Mac OS X, per renderlo sicuro per un bambin, è alla portata di tutti. Il ruolo di censore che Apple sta assumendo preoccupa il pubblico adulto, capace di assumersi la responsabilità della sua attività in Rete.

Leggi i testi originali delle due lettere sul sito melablog.it

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